Riceviamo e pubblichiamo con piacere un commento da parte di Fabio Volpe, uno dei partecipanti alle edizioni 2017 e 2018 di Amabili Confini. Nella bellissima mail che ci ha inviato, Fabio ci ringrazia perché, ispirato dalla partecipazione al nostro progetto di rigenerazione sociale delle periferie mediante la narrazione, ha deciso di seguire una scuola di Scrittura creativa a Roma. Non solo: Fabio fa ora parte di una rivista letteraria – “Spleen-nostalgia di storie sconosciute”, che partirà a Giugno 2018 – e ha scritto un romanzo intitolato “Luci di carta”, che ha terminato da poco di scrivere.

Buona lettura!

Fragili,trasparenti.

Come bolle di cristallo galleggiamo sull’acqua. Brilliamo al sole, lucide e levigate, lasciandoci trasportare lentamente verso una meta sconosciuta. Non sappiamo dove ci porterà la corrente ma ci lasciamo cullare sentendo il profumo del mare. Rotoliamo su noi stesse e facciamo attenzione a non urtare; ascoltiamo il canto delle sirene e ci facciamo guidare.

Racchiudiamo una pergamena arrotolata che ricorda le antiche mappe dei tesori nascosti, quelle giallo ocra con i bordi arricciati. Quelle preziose, da preservare nel tempo, annodate da una corda ispida e nodosa. È solo nostra, la accarezziamo dell’interno, sfiorandola con i nostri pensieri più intimi. Non sappiamo quando toccheremo la terra ma sentiamo il bisogno di raccontarci, di renderci partecipi di una rete di pensieri forti, immagini felici, sorrisi rassicuranti. Guardiamo la nostra pergamena, ci scriviamo fino a riempirla con le nostre frasi, le nostre parole, le nostre emozioni; abbiamo bisogno di parlare dall’interno, nascondendoci dietro storie o frasi che passano dalla mente alle mani…e dalle mani alla carta per liberarci di qualcosa o, semplicemente, per lasciare un segno della nostra esistenza. E quando ci rileggiamo, restiamo stupiti dalla nostra mente, dalla nostra anima.

Viaggiamo per giorni, affrontiamo tempeste, mattine torride, notti insonni, cieli stellati e, quando vediamo una lingua di terra dal verde rigoglioso, ci lasciamo trascinare a riva, esauste ma felici. Ci abbandoniamo sulla sabbia e tratteniamo il fiato fino a scoppiare; ascoltiamo il vento tra gli alberi e aspettiamo le mani che ci raccoglieranno, gli occhi che ci leggeranno e che, con cura, uniranno tutte le nostre pergamene, incastrandole una ad una, fino a creare una meravigliosa storia d’amore tra una città e i suoi abitanti.

Tutto questo è follia.
Tutto questo è armonia.
Tutto questo, è la sana competizione tra persone sconosciute che hanno voglia di aprirsi al mondo, conoscere luoghi o, semplicemente, vogliono viaggiare dentro se stessi e riscoprire, con stupore, tesori nascosti sotto la polvere del tempo.
Tutto questo è magia.
Tutto questo, è amabili confini.

Fabio Volpe